25 Aprile

di pugioba

Partigiani"I partigiani rossi meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà"
Ignazio La Russa, ministro della difesa.
"Celebrerò il 25 aprile" "non lo lascio alla sinistra"
Silvio Berlusconi, presidente del consiglio.
Queste sono solo le ultime dichiarazioni da parte dei rappresentanti del governo, che da anni picconano sistematicamente la storia, tentando di stravolgere fatti incontrovertibili che stanno alla base della nostra democrazia.
Che un neofascista al governo tenti di revisionare i fatti legati alla resistenza non è cosa nuova. Prima di Ignazietto ci aveva provato infatti....Ignazietto. Ogni anno un nuovo colpo calcolato, sempre con la solita strategia: la sparo enorme, me ne correggono un pezzo, ma ne passa per buono almeno il 50%. Con questo gioco però, sparandola sempre più grossa, tra qualche anno saranno i repubblichini ad aver liberato l'Italia dal comunista invasore. I Fascisti...anzi no, i Missini...anzi no, gli Aennini....anzi no, i Pidiellini neri si dovrebbero mettere l'anima in pace; allora come oggi scelsero la parte sbagliata, vent'anni di bagordi e i successivi sessanta a cercare di porvi rimedio cancellando e mistificando ciò che veramente accadde. Se si svegliassero e capissero, loro che dicono di tenere alla patria più che ad ogni altro valore, non starebbero un secondo di più a guardare le spalle a chi della patria ne fa affar proprio. Il presidente del consiglio pensa invece che, come sempre, anche la festa di Liberazione dal Nazifascismo sia una buona occasione per stare a favore di telecamera. Non lasciarla alla sinistra? E che vuol dire? La festa è di chi la sente, non di chi la sfrutta. I giornali non dovrebbero dare spazio a tali polemiche strumentali. Vada in piazza solo chi sente di essere cittadino di uno stato fondato, come altri, sulle ceneri di una guerra civile, combattuta da molti ragazzi divisi da diversi ideali: gli uni a favore del manganello, gli altri per la libertà. Ieri come oggi.

Commenti

  1. I PARTIGIANI, LA "LIBERAZIONE" E LA MEMORIA (CORTA)...
    - Questo gruppo vuole raccogliere tutti coloro che non si lasciano abbindolare dall'immagine del partigiano come "patriota combattente per la libertà e la democrazia".

    - Questo gruppo vuole ricordare a chi tanto (stra)parla dell'importante significato della memoria quali fossero i reali intenti dei "liberatori" nostrani, che avevano come unici scopi la rivoluzione, col fine di tramutare l'Italia in uno stato comunista sottomesso alla Russia, e la vendetta.

    - Questo gruppo lotta contro la idealizzazione e l'innalzamento ad "eroi nazionali" di loschi figuri che hanno commesso atrocità inenarrabili, spinti dall'odio e dal rancore, senza esitare a trucidare donne e bambini, a stuprare e umiliare, a rubare a chi non aveva più nulla, ad annientare socialmente, psicologicamente e fisicamente chi fosse anche solo sospettato di essere o di essere stato "fascista", "borghese" o parente o amico di essi. Loschi figuri che provocavano vigliaccamente il nemico per poi rintanarsi come topi sulle montagne, lasciando la popolazione inerme a subire le conseguenze.

    - Questo gruppo vuole ricordare come l'azione partigiana sia continuata fino ai primi degli anni cinquanta, tramite rappresaglie, attentati ed omicidi che dimostrano come il suo scopo sia stato unicamente la vendetta e mai la liberazione.

    - Questo gruppo ha il dovere di ribaltare la storia come ci è stata tramandata, costruita ad arte per mitizzare cialtroni senza alcun valore, attribuendo loro meriti che assolutamente non hanno e screditando tutto ciò che sia dissenso.

    - Questo gruppo, mirando alla partecipazione attiva dei membri, si pone come scopo la catalogazione e la diffusione di quelle che sono state le cosiddette "stragi partigiane" e di tutti quelle centinaia di vili omicidi perpetrati ad opera di questi "eroi".

    - Questo gruppo vuole riportare a terra questi assassini e ladri di polli che si sono arrampicati sugli altari degli Eroi. Non è revisionismo, è Storia.





    ALCUNE DOVEROSE PRECISAZIONI:

    Gli amministratori del gruppo e tutti gli iscritti sono ben coscienti delle diverse correnti del movimento partigiano. Alcune di queste si sono distinte per coraggio e patriottismo, e ciò non può essere negato, ma non crediamo sia sufficiente a riscattare l'ondata di terrore ed orrore che ha pervaso l'Italia dal 1943 in poi.
    Noi crediamo nella Storia: dove un Partigiano fu eroe deve essere ricordato. Dove un partigiano fu un animale deve altrettanto essere ricordato. Dove qualche innocente ha pagato colpe che non aveva ad opera di bruti invidiosi e vendicativi non può essere dimenticato.

    La maggior parte dei crimini sotto elencati sono da attribuirsi all'"eroismo" delle brigate comuniste, parte maggiore del movimento partigiano. Esse non potevano certamente dirsi patriottiche, esse non erano al servizio dell’Italia. Esse rispondevano all’ideale comunista ed alla Russia, non ad altro.
    Vogliamo ricordare come perfino molti partigiani, soprattutto cattolici, siano rimasti vittime dei partigiani comunisti. Ci chiediamo anzi come mai gli stessi partigiani moralmente integri non si vergognino e non prendano le distanze da coloro che hanno trucidato chi combatteva per lo stesso ideale di libertà. Viene razionalmente da concludere che, evidentemente, non tutti combattevano per la libertà.
    Questo critichiamo del movimento partigiano passato ed odierno: il non voler prendere le distanze da chi ha commesso crimini rivoltevoli dietro falsi ideali ed anzi proteggerli. Il voler glorificare tutto senza distinzioni.
    Per questo condanniamo totalmente e senza distinzioni il moderno partigianismo. Chi tollera il marcio e lo protegge diventa marcio anch’egli. Chi oggi esalta e difende il movimento partigiano senza fare i dovuti distinguo implicitamente approva anche quanto di criminoso sia stato commesso.

    Oggi si osserva come solo una parte degli avvenimenti legati al movimento partigiano venga ricordata e come dall'altra parte una quantità spaventevole di crimini ed atrocità venga insabbiata, nella speranza che il tempo possa gettarla nell'oblio.
    Tutto ciò ovviamente al servizio dell'opera di mitizzazione del movimento partigiano, che finora pare aver dato, ahinoi!, ottimi risultati.

    Noi siamo convinti che la Coscienza Nazionale non debba essere deviata dalla storia di parte e che sia dovere dello Stato preservare la Verità e la Storia dalle mani di chi vorrebbe riscriverle a proprio comodo e piacimento.
    Ma non possiamo non osservare come anche lo Stato si sia adeguato al processo di mitizzazione dei partigiani ed, anzi, ne sia divenuto principale attore. Anzitutto mediante le celebrazioni in pompa magna della "festa" del 25 aprile.

    Questo è lo scopo del nostro gruppo: non far dimenticare tragedie che hanno coinvolto tutta la Nazione. Le conclusioni poi sono soggettive. Ma non si può condurre un’analisi e farsi un’idea di un fenomeno come quello partigiano senza conoscere realmente quali sono gli eventi che da esso sono scaturiti e ad esso sono legati.




    PS. Invitate tutti coloro che possono essere interessati o che possano apportare contributi!
    PPS. Vietati razzismo e fomentazione politica fine a sé stessa. Qui prima si pensa, poi si scrive.

    Notizie recenti>> Eventi di particolare rilievo storico o di significativa ferocia gratuita. <<

    *Eventi attribuibili ad i partigiani slavi o possibili uccisioni in combattimento. Il resto sono crimini e basta.




    *7 agosto 1941 - Don Antonio Curcio, cappellano dell'11° Btg. Bersaglieri, ucciso a Dugaresa da comunisti croati.

    >> 24 agosto 1943 - Ettore Muti, ex segretario del P.N.F., ucciso nella pineta di Fregene dai Carabinieri di Badoglio.<<

    ottobre 1943 - Don Gennaro Amato, parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso dai capi della repubblica comunista di Caulonia.

    *ottobre 1943 - Giuseppe Cossetto, fascista di S.Domenica di Visinada, infoibato con la figlia Norma e altri 1500 italiani da comunisti e croati.

    *23 ottobre 1943 - cominciano le atrocità titine.

    *28 ottobre 1943 - infoibati a Venes presso Albona, vengono recuperate 63 salme.

    29 ottobre 1943 - Domenico Giardina, Seniore della Milizia, valoroso combattente decorato, ucciso a Torino in imboscata partigiana.

    4 novembre 1943 - Gernardo Barani, Seniore della Milizia, combattente, viene assassinato in un agguato partigiano mentre in bicicletta rientrava a casa dalla moglie e dalla figlia tredicenne.

    13 novembre 1943 - Iginio Ghisellini, federale di Ferrara, ucciso in una imboscata partigiana mentre usciva dalla sua casa in Ferrara.

    1 dicembre 1943 - Gino Gobbi, Ten.Col. del 44° Centro Militare Provinciale, ucciso a Firenze.

    15 dicembre 1943 - Salvatore Ruggeri, Ten.Col. comandante del Deposito del 37° Rgt. Fant., ucciso ad Alessandria.

    18 dicembre1943 - Aldo Resega, Seniore della Milizia, Commissario PFR di Milano, ucciso in imboscata partigiana davanti alla sua abitazione in Via Bronzetti.

    18 dicembre 1943 - Piero De Angeli, ucciso in imboscata partigiana a Cusano Milanino.

    18 dicembre 1943 - Lamberto Primiero, ucciso a Milano in imboscata partigiana.

    21 dicembre 1943 - Mario Testa, Maggiore dei Carabinieri, ucciso a Castino (CN).

    30 dicembre 1943 - Carmelo Buffa, Maggiore dell’esercito, ucciso a Borgo San Dalmazzo.

    6 gennaio 1944 - Manlio D’Abundo, capitano dei paracadutisti, trucidato a Milano.

    27 gennaio 1944 - Eugenio Facchini, federale di Bologna, ucciso in imboscata partigiana.

    3 febbraio 1944 - Cesare Rodini, Capitano GNR, ucciso con i legionari Camillo Campanelli e Filippo Sannino mentre corre in aiuto del Presidio di Torre Pellice (TO) della 1° Legione GNR di Frontiera.

    10 febbraio 1944 - Arturo Capanni, Seniore della Milizia, Commissario del PFR, viene ucciso mentre rincasa a Varano di Forlì.

    *18 febbraio 1944 - Paride Mori, capitano del Btg bersaglieri “Mussolini”, cade in Alta Val Baccia.

    3 marzo 1944 - Don Giuseppe Gabana, cappellano in S.p.e. nella 6° Legione Giulia della Guardia di Finanza, muore a causa di un attentato partigiano il giorno prima nella sua casa di Trieste.

    11 marzo 1944 - Don Sigismondo Damiani, OFM, ex cappellano militare, ucciso dai partigiani slavi a San Genesio di Macerata.

    13 marzo 1944 - Antonio Mazzarini, S.Ten. ucciso a Brescia in imboscata partigiana.

    15 marzo 1944 - Don Giuseppe Amateis, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi d'ascia dai partigiani, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi.

    31 marzo 1944 - Ather Capelli, ucciso a Torino in imboscata partigiana.

    >> 15 aprile 1944 - Giovanni Gentile, presidente dell’Accademia d’Italia, ucciso a Firenze in imboscata partigiana. Il Duce vietò ogni forma di rappresaglia e, il 17 giugno nominò presidente Giotto Danielli.<<

    15 aprile 1944 - Cosimo, 1° Aviere paracadutista, fu assassinato a Roma in una imboscata. Era quello che aveva sparato al Ten.Col. Bechi-Luserno quando quest’ultimo tentò di fermare il Magg. Rizzatti che, come è noto, aveva deciso di seguire i tedeschi in ritirata dalla Sardegna e di continuare a combattere.

    16 aprile 1944 - Benedetto Cosimo, capitano della “Nembo”, ucciso in imboscata partigiana.

    21 aprile 1944 - Luparelli, maggiore, ucciso a Milano in imboscata partigiana in presenza della moglie.

    21 aprile 1944 - V. Basilisco, brigadiere, ucciso a Milano in imboscata partigiana

    5 maggio 1944 - Giuseppe Giardina, S.Ten. del Btg Bassano della MONTEROSA, figlio del Seniore Giardina, trucidato a Melle in Val Varaita.

    19 maggio 1944 - Don Crisostomo Ceragliolo, OFM, cappellano militare decorato al v.m., prelevato dal Convento di Montefollonico dai partigiani e trovato cadavere in una buca con le mani legate dietro la schiena.

    7 giugno 1944 Aristide Lissa, capitano della GNR, ucciso a Santino di S.Bernardino (NO).

    19 giugno 1944 - Silvio Parodi, Console della Milizia, Commissario al Comune di Genova, viene ucciso a
    Savignone (GE) in un agguato partigiano.

    3 luglio 1944 - Don Duilio Bastreghi, parroco di Cigliano e Capannone Pienza, viene chhiamato con un pretesto dai partigiani e ucciso.

    >> 26 luglio 1944 - Venti morti per una bomba di eccezionale potenza fatta esplodere a Ca’ Giustinian a Venezia, sede del 617° Comando Provinciale della G.N.R. Fra i morti (8 fascisti di cui 3 ausiliarie e 12 civili) anche donne e anziani che stavano ritirando sussidi, travolti dalle macerie.<<

    17 agosto 1944 - Don Stanislao Barthus, della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso perché in una predica aveva deplorato le "violenze indiscriminate dei partigiani".

    25 settembre 1944 - Don Luigi Bovo, parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso da un partigiano, poi giustiziato.

    22 ottobre 1944 - Don Aldemiro Corsi, parroco di Grassano (Reggio E.), ucciso dai partigiani nella sua canonica.

    25 ottobre 1944 - Don Sperindio Bolognesi, parroco di Nismozza (Reggio Emilia) viene ucciso.

    26 ottobre 1944 - Don Vittorio Barel, economo del Seminario di Vittorio Veneto, viene assassinato.

    7 febbraio 1945 - Francesco De Gregori, Gastone Valente e Giovanni Comin, partigiani delle Brigate Giustizia e Libertà, vengono uccisi da partigiani appartenenti ai Gruppi di Azione Patriottica di una delle Brigate Garibaldi, capeggiati da Mario Toffanin.

    >> 7/20 febbraio 1945 - Eccidio di Porzus - 22 partigiani della brigata Osoppo sono torturati e trucidati da partigiani gappisti comandati da Toffanin. Tra questi vi è anche Guidalberto Pasolini, fratello di Pierpaolo.<<

    1 marzo 1945 - Don Corrado Bortolini, parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), viene prelevato da partigiani e fatto sparire.

    2 marzo 1945 - Don Carlo Beghé, parroco di Novegigola (Apuania), viene sottoposto a "finta fucilazione" che gli produce una ferita mortale.

    5 aprile 1945 - Don Giovanni Ferruzzi, da Santa Maria in Fabriago, comune di Lugo di Romagna, giustiziato

    10 aprile 1945 - Rolando Rivi, seminarista appena quattordicenne, viene prelevato dai partigiani e, dopo tre giorni di sevizie, assassinato.



    >> 25 aprile 1945 - MILANO E' LIBERATA, LA GUERRA E' FINITA. Tutti i successivi assassinii sono la prova del fatto che l'opera partigiana non è altro che gretta vendetta. E rivoluzione.<<



    26 aprile 1945 - Don Edmondo de Amicis, cappellano, pluridecorato della prima guerra mondiale, ucciso dai partigiani.

    27 aprile 1945 - Don Sebastiano Caviglia, cappellano della GNR, ucciso ad Asti.

    >> 28 aprile 1945 - Benito Mussolini viene assasinato nei pressi di Dongo. Il giorno seguente il suo corpo sarà squallidamente esposto a piazzale Loreto, in Milano, assieme a quelli di Claretta Petacci e di altri 15 esponenti della RSI.<<

    29 aprile 1945 - Don Carlo Terenziani, ex cappellano della MVSN, è assassinato sul sagrato della sua chiesa.

    29 aprile 1945 - Don Tullio Calcagno, direttore di Crociata Italica, fucilato dai partigiani a Milano.

    *30 aprile 1945 - Don Ernest Bandeli, parroco di Bria, ucciso da partigiani slavi.

    >> 3 maggio 1945 Marilena Grill, ausiliaria sedicenne, uccisa a Torino con un colpo alla nuca, dopo essere stata violentata per cinque giorni alla caserma Valdocco.<<

    >> *3 maggio 1945 - Riccardo Gigante, senatore di Fiume, cade per ferocia comunista e slava insieme ad altri 2000 italiani.<<

    6 maggio 1945 - Barbara Forlani, ausiliaria di Castelfranco Emilia (MO), trucidata a Langosco Lomellina (PV).

    >> 11 maggio 1945 - Dino Govoni, trucidato nel comune di Argelato (BO) insieme ai fratelli Marino, Emo, Giuseppe, Augusto, Primo e la sorella Ida.<<

    12 maggio 1945 Alberto Perfetti, colonnello, trucidato dai partigiani presso Vercelli.

    >> 13 maggio 1945 - Giuseppe Mattioli, squadrista della 29° B.N. Muti di Faenza, trucidato a Jerago insieme ad altri 13 prigionieri.<<

    14 maggio 1945 - Antonio Canevaro, capitano GNR, trucidato a Genova

    16 maggio 1945 - Giovanni Pozzi, ultimo comandante della 6°B.N. Cristina, viene trucidato a Cambiasca sulle colline di Intra-Pallanza.

    17 maggio 1945 - Maria Teresa Tirabassi, ausiliaria di Roma, viene trucidata nella strage di San Possidonio (MO).

    >> 17 maggio 1945 - Ferdinando Galleroni, Colonnello comandante del 1° Deposito AR.CO., dopo essersi arreso al CLN di Vicenza il 27.4.45 e aver consegnato assegni per sette milioni, il 17 maggio venne liberato. Ma, mentre stava rientrando a casa, sparì insieme alle ricevute dei 7 milioni. Gli assegni, però, vennero regolarmente incassati.<<

    18 maggio 1945 - Don Tiso Galletti, parroco a Spazzate Sassatelli (Imola), ammazzato a bruciapelo davanti alla porta della Canonica.

    21 maggio 1945 - Don Giuseppe Galassi, da Campanile in Selva, comune di Lugo di Romagna, ucciso con due colpi alla nuca.

    23 maggio 1945 - Lorenzo Pozzoli, questore di Como, qui fucilato.

    26 maggio 1945 - Luciana Minardi, ausiliaria del Gruppo Colleoni della Decima, trucidata a Cologna Veneta.

    13 giugno 1945 - Emilio Missere, antifascista e membro del CLN, viene avvicinato con l'inganno dai partigiani, sequestrato ed ucciso. Il suo corpo non è mai stato trovato. I suoi assassini sono stati condannati a 30 e 22 anni. Alfio Calzolari, tra gli assassini di Missere, fu ucciso dai suoi stessi complici.

    20 giugno 1945 - Don Raffaele Bortolini, canonico della Pieve di Cento viene ucciso.

    *28 agosto 1945 - Icilio Bacci, senatore di Fiume, trucidato dai comunisti slavi.

    settembre 1945 - Don Teobaldo Dapporto, arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di Limola), ucciso da un comunista.

    14 settembre 1945 - Don Teobaldo Dapporto, arciprete di Casalfiumanese (Imola), ucciso col forcale.

    23 settembre 1945 - Enrico Vezzalini, capo provincia, fucilato a Novara.

    5 marzo 1946 - Don Luigi Bordet, parroco di Hóne (Aosta), ucciso perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie comuniste.

    23 marzo 1946 - Gino Cera, maggiore comandante del Btg.O.P. di Torino, condannato a morte dall’estate 1945 e fucilato.

    *11 settembre 1946 - Don Francesco Bonifacio, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato da miliziani iugoslavi e gettato in una foiba rimasta sconosciuta.

    *23 agosto 1947 - Don Miroslavo Bulleschi, parroco di Monpaderno (Diocesi di Parenzo e Pola), ucciso da partigiani jugoslavi.

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  2. Nelle rivoluzioni i morti ci son sempre stati e sempre ci saranno. Ribattere elencando tutte le morti causate dal fascismo, come hai fatto tu, mi pare abbastanza macabro e inutile. Noi ricordiamo e commemoriamo quegli uomini che ci hanno dato la libertà e non i fascisti che l'hanno negata.

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  3. Perché dici che le liste non servono ?
    Ogni anno gli ebrei ci ammorbano con la storia dell' olocausto, i giorni della memoria , l' elenco dei nomi dei morti alle fosse Ardeatine!
    Noi crediamo nella Storia: dove un Partigiano fu eroe deve essere ricordato. Dove un partigiano fu un animale deve altrettanto essere ricordato. Dove qualche innocente ha pagato colpe che non aveva ad opera di bruti invidiosi e vendicativi non può essere dimenticato.
    Facciamo attenzione a quello che leggiamo ed a quello che scriviamo.

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  4. Perché sembra di fare una gara a chi ne ha avuti di più. I morti possono essere ricordati in altra sede, questa non mi sembra appropriata.

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  5. Vabbè, allora continuiamo a dire solo quello che ci fa comodo......

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  6. I partigiani sono eroi portatori di liberta.....una festa della resistenza alla bestia nera che semmino terrore.

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  7. Con la speranza di sostituirla con la bestia Rossa ? Vero ?
    Ma fammi il piacere...

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  8. Non credo che nessuno voglia sostituire bestia con bestia. Resta il fatto (che ad alcuni non piace) che il colore di quella dalla quale, simbolicamente, venimmo liberati il 25 aprile 1945, era nero.

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