2020, la guerra dell'Artico

Ieri la Russia ha espresso le sue preoccupazioni su una potenziale guerra per il controllo dell'Artico e dei suoi giacimenti di gas e petrolio. È stato presentato un documento, che analizza le minacce alla sicurezza fino al 2020, dove si evidenzia come la presenza e la potenziale escalation dei conflitti armati nei pressi dei confini nazionali russi sono le principali minacce per gli interessi del paese e per la sicurezza delle frontiere. "In una competizione per le risorse - continua il documento - non si può escludere che la forza militare possa essere utilizzata per risolvere i problemi emergenti".VictorIl Cremlino ha insistito sul fatto che non si tratta di "militarizzare l'Artico", ma che non rinuncerà a difendere i propri interessi, se necessario con la forza, quando il riscaldamento globale favorirà lo sfruttamento delle ricchezze energetiche della regione.
Un precedente documento del Cremlino ha definito l'Artico una risorsa strategica per la Russia e ha affermato che lo sviluppo delle sue riserve energetiche, entro il 2020, è un obiettivo di vitale importanza nazionale. Nello stesso documento, si riportano piani per stabilire basi militari lungo la frontiera artica per "garantire la sicurezza militare in diverse situazioni politico-militari".
La strategia presentata ieri, è stata approvata dal Presidente Medvedev e redatta dal Consiglio di sicurezza russo, che include il primo ministro Vladimir Putin, i capi delle forze militari e le agenzie di intelligence.
Il documento ha anche individuato il Mare di Barents e l'Asia centrale, contesi da Russia e Cina, come aree di attrito. Il Mar Caspio è fondamentale per l'Unione europea che spera di porre fine alla sua dipendenza dal gas russo mediante la costruzione di percorsi alternativi per le forniture provenienti dall'Asia centrale . Russia, Kazakistan, Azerbaigian, Turkmenistan e Iran sono bloccate nei colloqui sulla suddivisione del fondo marino e le sue ricchezze energetiche. Il documento ha anche condannato lo scudo antimissile in Europa orientale e l'espansione della NATO nelle ex repubbliche sovietiche di Ucraina e Georgia.
Fonte: timesonline.co.uk

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