Il petrolio di Passera

Corrado Clini, ministro dell'Ambiente, sottolinea che
per abbassare le tariffe "innanzitutto bisogna pulire le bollette eliminando gli oneri impropri" a partire da quanto paghiamo "per il Cip 6, per il nucleare, per gli sconti concessi alle grandi industrie energivore come le acciaierie".
Per Clini, "mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili" e' "un errore strategico" perche' "rischieremmo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacita' innovativa del Paese, penalizzando l'industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom".

Se poi leggi su Repubblica che
Il boom nella produzione di energia rinnovabile, arrivata ormai a coprire oltre un quarto del fabbisogno nazionale di elettricità, unito a consumi ormai da anni stabili o in calo, rende sempre più mariginale la necessità di produrre energia dalle centrali tradizionali, costringendole a lavorare a scartamento ridotto, con pesanti ripercussioni sulla loro redditività


cominci a capire che c'è qualcosa che non quadra nelle parole di Passera:
”Poi c’è il tema delle rinnovabili – ha detto – è importante abbiamo obiettivi europei che intendiamo raggiungere e superare però dobbiamo farlo bene, non come è stato fatto in parte in questi anni, in cui sono stati impegnati troppi soldi delle famiglie e delle imprese. Nel fotovoltaico che vogliamo continuare a sviluppare sono stati impegnati 150 miliardi di soldi delle famiglie per fare un’operazione troppo accelerata a prezzi troppo alti”.

In sostanza: la nostra domanda energetica è in diminuzione; il prezzo del petrolio è stabilito dal mercato globale in cui la domanda aumenta; il prezzo del gas, di cui noi facciamo largo uso per la produzione di energia elettrica, è strettamente legato a quello del petrolio visto che i maggiori distributori, leggi Eni, si occupano di ambedue; gli incentivi che pesano nelle bollette sono alterati gli oneri impropri, a partire da quanto paghiamo per il Cip 6.
Affossare un mercato in crescita, che offre migliaia di posti di lavoro come quello delle rinnovabili, è in linea con la strategia di questo governo che aumenta l'IVA per far pagare la crisi a tutti.

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